Migranti. L’ultimo naufragio nel Mediterraneo: ecco i volti degli “scomparsi” da Avvenire

Riportiamo l’articolo pubblicato da Nello Scavo su Avvenire

Per chinarsi in direzione della Mecca danno le spalle al mare. Ma è dalla parte opposta che hanno l’appuntamento con i sogni e con gli incubi, ammesso che con il mare in tempesta e il buio della notte si possa ancora sognare. E’ questa l’ultima immagine degli ultimi desaparecidos del Mediterraneo. Abbandonati senza soccorso. Fatti sparire dai ragionieri delle vite a perdere: i trafficanti che li hanno dati in pasto al mare sapendo che quella notte il Mediterraneo non avrebbe smesso di ruggire. Condannati dall’inerzia di quanti, per dirla con papa Francesco, “possono aiutare, ma preferiscono guardare da un’altra parte”.

Desaparecidos perché di loro non si sa nulla. Perché vuol dire, letteralmente, “fatti sparire”. Nelle immagini che pubblichiamo ci sono i volti di molti dei ragazzi affogati, ma altri potrebbero essere adesso in un campo di prigionia e non c’è modo per le famiglie di sapere se i loro figli sono tra i sepolti vivi nei luoghi dell’orrore quotidiano, o perduti per sempre da qualche parte in fondo al mareSanno che quel giorno sono partiti tutti insieme, ma non sanno chi di loro è ancora vivo da qualche parte. Come sempre le autorità tripoline non forniscono informazioni. Non c’è modo di identificare i vivi, figurarsi i morti.

Il 21 aprile, quando hanno preso il mare, erano partiti almeno due barconi. I giovani nelle foto erano in quel gruppo. Circa 250 persone sui due grandi canotti che si piegano e si afflosciano ad ogni onda. Forse per un’avaria al motore di fabbricazione cinese, un gruppo è rimasto bloccato dopo poche miglia, e i guardacoste non hanno dovuto percorrere troppe miglia per riportarli indietro e farli rinchiudere nella prigione, dove ad attenderli ci sono i tormenti che speravano di non rivivere mai più.

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