
Una luce verde che brilla nel buio. La sua finalità è mostrare ai migranti intrappolati in quella terra di nessuno tra il confine polacco e bielorusso che nelle case o negli edifici dove brilla quella luce i rifugiati possono chiedere a trovare aiuto e assistenza.
La storia raccontata da Debora Gandini su Euronews, e di cui vi proponiamo un pezzo, fa capire bene quale sia l’attuale situazione dei migranti tra Polonia e Bielorussia.
“L’avvocato Kamil Syller che vive nella zona ha avviato un progetto per soccorrere tutte quelle persone che hanno un disperato bisogno di cibo, vestiti caldi e medicinali. “Abbiamo abiti e scarpe invernali, pacchetti pre-confezionati con generi alimentari e dispostivi per rendere potabile l’acqua.”
Grazie ai social media, Syller ha inviato messaggi in diverse lingue per spiegare ai migranti che si ammassano lungo la zona di frontiera che il semaforo verde significa richiesta di aiuto. Ai residenti polacchi, intimoriti da questo flusso di persone, l’avvocato ha spiegato che il dispositivo non vuole incoraggiare i migranti a compiere azioni illegali ma solo a sopravvivere in quel limbo.
Aiuti per sopravvivere e non per scappare
Non tutti però si fidano, molti polacchi temono conseguenze per la loro vita. “Stanno rovinando i nostri confini, dice un ristoratore. Questi migranti stanno rovinando la Polonia. Qualcuno li ha portati qui, infatti si vedono soldati bielorussi”.
Per l’avvocato polacco Syller il suo aiuto è una goccia nell’oceano. I rifugiati nelle foreste e nei boschi al confine tra Polonia e Bielorussia sono migliaia. L’intervento di Ong internazionali diventa quanto mai indispensabile. Secondo la legge polacca è vietato accompagnare i migranti lungo il tragitto. In questi casi si va incontro a un processo per favoreggiamento dell’immigrazione illegale. Inoltre è vietato avvicinarsi al confine per lanciare viveri, sacchi a pelo, coperte in territorio bielorusso.