Le storie di accoglienza: la dolcezza nei piccoli gesti

Grazie ad Olivia Piro di Refugees Welcome che ci racconta una storia di accoglienza a Como. Una giovane mamma con due bambine piccole di 8 e 11 anni costretta a fuggire dal suo paese.

Entriamo in casa e ci accoglie il profumo del caffè appena fatto. Sul tavolo della cucina una torta di mele e nell’ampio soggiorno accogliente e pieno di libri una bambina di circa 8 anni, bionda e con gli occhi vispi, ci corre incontro sorridente.
Siamo a casa di C. e A., la coppia di Como che si è offerta di ospitare K., una giovane mamma ucraina con le sue bambine di 11 e 8 anni. E’ la prima volta che ci incontriamo tutti insieme perché la situazione di emergenza che comportava l’inserimento in famiglia degli ospiti non ci ha permesso di seguire la consueta metodologia di Refugees Welcome. E’ stato tutto così veloce. K. aveva raggiunto a Como la nonna che da anni lavora sul nostro territorio come badante e per qualche giorno lei e le bambine si erano accampate nel piccolo locale in cui vive la nonna, ma la situazione non era sostenibile a lungo e si è reso necessario intervenire tempestivamente.

C e A sono una coppia splendida. Dinamici, propositivi e naturalmente accoglienti. Dopo solo due giorni di convivenza e con il traduttore Google come mediatore linguistico sono riusciti a ricostruire la storia di K e delle sue bambine che si sono lasciate alle spalle non soltanto una guerra ma anche una brutta separazione antecedente il conflitto tra K e suo marito, persona aggressiva e poco incline al confronto che, a volte, ha anche alzato le mani su di lei. K soffre di crisi di panico. La bambina più grande ha sofferto molto per quanto accaduto alla mamma e al papà ed è riservata e timorosa di stringere nuove relazioni. La piccola, invece, è aperta e desiderosa di comunicare. In pochi giorni ha già imparato alcune fondamentali parole in italiano.
Indirizzata da Refugees Welcome, C ha immediatamente provveduto agli adempimenti burocratici , iscrivendo il nucleo familiare in Questura, in Comune, accompagnandole all’Ats per i tamponi e per i vaccini e iscrivendo a scuola le due bambine in modo che potessero riprendere una normalità di vita prima possibile. L’accoglienza a scuola è stata calorosa e partecipata. Una festa durante la quale le due bimbe hanno ricevuto regalini e manifestazioni di benvenuto da parte dei compagni e degli insegnanti.

E’ già stato fissato l’appuntamento in Questura per la richiesta di protezione straordinaria e Refugees Welcome si è mosso con il Comune di Como per garantire a K l’adeguato supporto psicologico. Appena sarà in possesso del permesso di soggiorno garantito dalla protezione straordinaria, c’è già un lavoretto pronto per lei che, nel frattempo, ha iniziato corsi on line per apprendere la lingua italiana.

Lasciamo a K il tempo necessario per decidere quale sarà il progetto di vita che vuole perseguire per sé e per le sue bambine. In Ucraina è rimasto suo padre e K potrebbe voler ricongiungersi a lui che le è stato molto vicino dopo i trascorsi con il marito.
Ci prendiamo, insieme a C e A qualche mese di tempo per comprendere come articolare gli interventi futuri.

Noi attivisti di Refugees Welcome siamo soddisfatti di questa convivenza che sta creando una relazione forte tra la coppia che ospita e la famiglia ospitata ( in questo momento sono tutti in isolamento perché positivi al Covid 19). Ci resta l’amarezza di aver constatato che la spinta solidale all’accoglienza, nel caso di rifugiati ucraini, è stata ben superiore a quanto mai verificatosi in precedenza con profughi afgani, o siriani, o tanto meno africani. Profughi di serie A e profughi di serie B. Tutti uguali e con gli stessi diritti per noi ma evidentemente non per molti comaschi.

L’arrivo di queste persone dall’Ucraina è stata, per noi, comunque, un’occasione per stimolare una riflessione con tutte le famiglie che si sono rese disponibili, sul concetto di accoglienza senza distinzioni di sesso, religione e provenienza geografica, e del suo valore. L’accoglienza che noi perseguiamo.

Olivia Piro Refugees Welcome